friendfeed è quel social network dove scrivi un commento criptico come quello del titolo, e persone belle come il Many intuiscono che ci sarai anche tu a Parigi e ti scrivono per chiederti se hai bisogno di un alloggio.
una settimana fa a quest'ora avevo appena avuto una riunione in ditta in cui ci annunciavano la cassa integrazione, ma avevo anche un biglietto del treno per Parigi e nessuna paura di usarlo. arrivo in stazione a Codroipo, scendo senza ombrello mentre diluvia perché il treno per Mestre è già sul binario, mi inzuppo ma non lo prendo, vado in macchina fino a Mestre e prendo il treno per Parigi, sono in ansia ma un SMS con scritto "hop hop hop" mi conforta.
la mattina seguente scendo a Bercy, prendo la metro e sbuco a Place de la Madeleine un po' disorientata, non ho neanche il codice per varcare la soglia di casa nandina, ma dall'altra uscita della metro si materializza simone rossi e Parigi sembra già meno ostile.
ritrovare dal vero gli amici immaginari, conosciuti solo nella rete, trovarli persino più belli, più affettuosi, più geniali di quanto te li eri immaginati, è una cosa che mi è successa la prima volta nel 2003 eppure ancora oggi non cessa di stupirmi.
a casa nandina, oltre alla nandina stessa, trovo anche bicio e batchiara, e si va tutti a Place d'Italie, dove ci aspettano altri amici per fare le Schegge di Liberazione.
Schegge di Liberazione è un libro collettivo di racconti ispirati alla Resistenza, racconti che leggeremo tra poco in occasione della Settimana Italiana del XIII arrondissement, su invito della sezione ANPI di Parigi.
l'elena mi chiede se leggo anche io, e io che adoro leggere ma ho il terrore di parlare in pubblico (dopo una cerimonia ufficiale in cui infilai delle gaffes clamorose) dico di sì ma ho le farfalle nello stomaco. leggo e rileggo sottovoce il racconto che ho scelto, dimenticandomi anche di mangiare, mentre bicio e simone rossi ammaliano con la loro musica i bimbi che passano per la via.
sono sotto al palchetto, salgo, inizio a leggere "Le cartoline" di Stefano Amato e non vedo e non sento nient'altro, tranne simone rossi all'inizio che mi suggerisce di stare più vicino al microfono. finisco e scappo dal palco perché mi vergogno come una ladra. una persona del pubblico mi avvicina e mi dice che ho letto bene, e sono contenta non per vanagloria ma perché ci tenevo, e perché non lo conosco quindi penso sia sincero.
ci tenevo perché quelli non sono semplici racconti, sono pezzi di vite di chi li ha scritti, non sono la storia dei libri di storia, sono famiglie, sono nonni e nipoti che si guardano negli occhi, sono un modo per dire grazie a chi ha fatto la Resistenza, e per dire che quel dono non è stato dimenticato.
il resto dei 2 giorni trascorre in giro per Parigi a cercare le tombe dei famosi, o in un appartamento al quinto piano dove ci piace lasciar scorrere la musica e le chiacchiere, o a una festa con musica anni '80 e contorno di film horror/peplum. loro staranno lì ancora un giorno, ma io ho visto e vissuto tanta bellezza che sono felice anche così.
se poi volete saperne di più su come andarono le cose, la nandina (ovvero colei che ha reso possibile questa bellissima trasferta parigina) lo racconta benissimo qui.
5 commenti:
clapclapclap
:D
Grazie per avere letto il racconto! Sono sicuro che sei stata bravissima.
s
stefano non esserne così sicuro e la prossima volta vieni anche tu! comunque, tremarella a parte, è stato un piacere :)
non conoscevo friendfeed :O
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