lunedì 9 luglio 2012
Review: Le braci
Le braci by Sándor Márai
My rating: 5 of 5 stars
I sentimenti più forti che l'animo umano possa provare ci sono tutti: amore, amicizia, gelosia. Anche se sono raccontati in maniera quasi distaccata, dal protagonista ormai anziano che li ha vissuti tanti anni prima, la loro eco non si è del tutto spenta, come le braci del camino che illumina la stanza in cui egli rivede l'amico di un tempo, dopo oltre quarantun anni dal loro ultimo incontro.
La tecnica del flashback, cioè del far narrare la vicenda al protagonista molti anni dopo che è accaduta, se inizialmente mi ha dato una sensazione di distacco, pian piano mi ha coinvolta sempre più. La nostalgia per un mondo ormai tramontato, quello dell'impero asburgico, pervade tutto il libro e mi ha ricordato le opere dell'austriaco Joseph Roth.
«Tutto ciò a cui giurammo fedeltà non esiste più» dice l'ospite gravemente, e solleva a sua volta il bicchiere. «Sono tutti morti, oppure se ne sono andati, hanno rinunciato a tutto quello che giurammo di difendere. Esisteva un mondo per il quale valeva la pena di vivere e di morire. Quel mondo è morto. Quello nuovo non fa più per me. E tutto ciò che posso dire».
«Per me quel mondo è sempre vivo, anche se non esiste più nella realtà. E vivo perché gli ho giurato fedeltà. E' tutto ciò che posso dire».
«Sì, tu sei rimasto un vero soldato» risponde Konrad.
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