sabato 29 ottobre 2005

hit list degli autografi

- andy dei bluvertigo
- morgan dei bluvertigo
- davide toffolo dei tre allegri ragazzi morti (autografo con disegnino)
- francesco dell'anno (giocatore dell'udinese dei primi anni '90)

il mio primo impatto con un personaggio famoso avvenne però quando avevo circa undici anni. a codroipo c'era il circo togni. un pomeriggio mia madre ed io eravamo nel parcheggio fuori dal circo quando passò il signor togni con le borse della spesa e mi disse: "Ciao ragazza!"
chissà perchè mi colpì così tanto.

recensione

l'ho comprato perchè mi aveva colpita questa recensione su wittgenstein:

Moltheni - Splendore terrore

Intervistato sul suo nuovo disco, alla domanda “Perché Splendore terrore?”, Moltheni rispondeva “Boh, suona bene”. Già questo dovrebbe bastare a renderlo ammirevole al confronto di un novantanove per cento di gente che tende a prendersi piuttosto sul serio, nella musica e non. Si chiama Umberto Giardini, ha trentasette anni, è marchigiano e a un certo punto è passato anche per Sanremo, nell'indifferenza reciproca. Questo disco è serio serio, notturno, bello.
il disco di moltheni è bellissimo.
se vi interessa saperne di più, ve lo racconta enrico molteni *

*che sarebbe uno dei tre allegri ragazzi morti pordenonesi - nessuna parentela col moltheni marchigiano. e neanche con la sposa cadavere.

la tele resta spenta e non la guardo più

dopo quaranta minuti al telefono con un'amica a rievocare i bei tempi in cui ci piacevano i nirvana e i bluvertigo, una rischia di diventare nostalgica, allora vi racconto di una domenica d'ottobre in cui dovevo andare per castagne.
per la campestre occasione avevo ripescato dal fondo dell'armadio un paio di jeans smessi anni fa, di quelli con la vita alta e larghi uguali dalla coscia alla caviglia. dopo averli portati una giornata intera, con la circolazione del sangue negli arti inferiori tutta scombussolata e un persistente senso di nausea per il fatto della vita alta a cui non ero abituata, avrei voluto ringraziare personalmente nell'ordine:
a) il signor duPont inventore della fibra lycra
b) colui o colei che ha ideato i jeans elasticizzati*
c) colui o colei che saggiamente ha diffuso la moda dei pantaloni a vita bassa.

*non quelli strizza-cellulite ma quelli semplicemente comodi e confortevoli.

lunedì 24 ottobre 2005

the teenage files 1

K. la nostra capocoro, rivolgendosi ad F., corista diciottenne: "Eh, rassegnati, ormai è finita l'adolescenza!"

Io ed S., coristi trentunenni, con aria finto-sbalordita: "Ma come? Di già?"

giovedì 20 ottobre 2005

disperata in ritardo

"Cara, prendi le manette e ammanettami al letto."
"Ehm, ti spiace se le metto un attimo in lavastoviglie?"

secondo me questo scambio di frasi da solo vale tutta una serie del
distretto di polizia...
purtroppo di lunedì non potevo vederlo e mi sono persa le prime tre o
quattro puntate, se lo lasciassero il martedì sarei felice.

sabato 15 ottobre 2005

il 2 novembre 2005

il 2 novembre 2005 è l'anniversario dell'assassinio di pier paolo pasolini.
rilancio anch'io l'iniziativa di cui sono venuta a conoscenza grazie a mirumir, anche se ammetto di non conoscere molto bene pasolini.
qua in friuli un po' siamo fieri di lui, un po' ci va ancora scomodo: se ne parla tanto ma poi scava scava, quelli che lo hanno letto veramente sono davvero in pochi, credo.

...propongo quindi di trovarsi tutti nella piazza principale della propria città, muniti di megafoni, altoparlanti, microfoni, o anche solo voci spiegate, muniti inoltre di una copia in buono stato di “scritti corsari”, e a una data ora da concordare, aprire la suddetta copia a pagina 88 (circa, 88 sull’edizione che tengo io), e leggere tutti insieme in coro forte che tutti sentano “io so. io so i nomi dei responsabili…” eccetera...

quindi ricordatevi, il 2 novembre.

e adesso esco, vado a procurarmi una copia di scritti corsari.


dai, scherzavo, sono troppo timida.

recensione

quando si dice il caso. andati al cinema per vedere viva zapatero, quando arriviamo davanti alla cassa scopriamo che in sala c'è rimasto soltanto un posto libero, quindi decidiamo di cambiare film e optiamo per "l'amore non basta mai".
un film con un titolo così brutto - ma il titolo originale è Masjävlar quindi prendetevela con i soliti italici geni traduttori di titoli - non sarei mai andata a vederlo di mia iniziativa, ma voi non lasciatevi fuorviare dal titolo nè dalle recensioni che hanno definito la protagonista "la bridget jones svedese" (!) e se vi piacciono i paesaggi nordici e le storie che parlano di riunioni di famiglia non proprio tranquille andatevelo a vedere.
la protagonista del film è una trentenne single che ha lasciato il paesello tanti anni prima per diventare donna in carriera nella grande città (Stoccolma) e ritorna in occasione del compleanno del padre. qui ritrova le due sorelle maggiori, una divorziata e una sposatissima, che hanno una visione della vita un po' diversa dalla sua e questo le porta a scontrarsi ma anche a cercare di avvicinarsi (sono pur sempre sorelle). succedono anche altre cose, e vorrei poterne scrivere meglio. è un film molto più agro che dolce, che mi ha dato da pensare.

non cado più?

c'era un periodo della mia vita in cui sognavo spesso di cadere nel vuoto da grandi altezze: erano sogni terrificanti da cui mi svegliavo angosciatissima. ma poi per diversi anni non ho più fatto quei sogni (un mio antico fidanzato diceva che denotavano insicurezza).

qualche notte fa ho sognato di nuovo di cadere - e mi ricordo di aver pensato questo mentre cadevo: "oh no, eccomi di nuovo in uno di quegli stupidi sogni in cui si cade!"

e invece no, questa volta cadevo, cadevo da tanto in alto ed ero vicino ad un palazzo altissimo con tanti piani, ma potevo rallentare fino a fermarmi sospesa in aria. era una sensazione bellissima, ma non ho ben capito cosa può voler dire.

nel sogno mi fermavo davanti ad un terrazzino di quel palazzo, il terrazzo era stipato di gabbie da animali, ma erano tutte impolverate, sembravano abbandonate.

lunedì 3 ottobre 2005

della buona conversazione

mi è venuto in mente quanto io apprezzi la buona conversazione, io che parlo poco e malvolentieri di quanto non rientra nella mia sfera di interessi - eppure mi ricordo di essere stata ore a parlare con le persone con cui mi sentivo particolarmente in sintonia, perdendo spesso la cognizione del tempo.

prendi lei per esempio, che ha iniziato l'università insieme a me eppure non ci eravamo mai parlate fino al, boh, terzo anno di corso? galeotto fu il libro, come diceva il vate, nel nostro caso fu una copia del giovane holden che io sfogliavo prima della lezione di letteratura angloamericana (lo stavo rileggendo prima di impacchettarlo per regalarlo a mio fratello). poi lei mi invitò un pomeriggio nel suo appartamento e scoprimmo che ci piacevano tutte le stesse cose, la stessa musica, i bluvertighi i casino royale i nirvana... gli stessi film, gli stessi libri, i barbapapà e gli smalti molto vistosi.
e poi, requisito essenziale di una solida e duratura amicizia, ci piacevano gli stessi gruppi ma non gli stessi componenti del gruppo: a lei giuliano palma a me alioscia, a lei livio a me andy, e così via.
a dire il vero poi non ne abbiamo fatte tante di conversazioni così, ma ho sempre pensato che tutto quello che abbiamo fatto insieme dopo, i concerti a cui siamo andate, i film che abbiamo visto, i pettegolezzi che abbiamo fatto, sia tutto nato da lì, da semi sparsi alla rinfusa quel pomeriggio.

o prendi il ragazzo della biblioteca, la conversazione con l'inizio più difficile della mia vita. io nelle ore libere andavo in questa aula studio della biblioteca, e la frequentava anche un ragazzo di udine bellissimo, alto, moro, con gli occhi tristi, per il quale io mi presi una sbandata pazzesca. e un giorno lui era seduto al mio stesso tavolo e io capivo che dovevo assolutamente conoscerlo quel giorno lì - perchè un'occasione così non l'avrei avuta mai più nei secoli dei secoli - ma non sapevo come fare, oh no ero davvero troppo timida per rivolgergli la parola e così gli passai un bigliettino con su scritto "mi piacerebbe conoscerti" o qualcosa del genere. lui rispose molto signorilmente: "se vuoi alle 16.00 andiamo a bere un caffè".
e ci andammo veramente al bar di fronte a bere un caffè, anzi un tè, e parlammo per un'ora di musica rap e hip-hop - che a me a quel tempo piaceva perchè c'era neffa su radio deejay che metteva i dischi rap e hip-hop - e di quanto fossero stupidini i ragazzini a cui piaceva l'hip-hop e però non capivano i testi. parlammo anche di altro e si stava bene in quel pomeriggio d'autunno, davvero bene ma lui aveva la ragazza e non ci frequentammo più. non riesco neanche a ricordarmi come si chiamasse, benedetto ragazzo.

sono così le conversazioni: a volte continuano, a volte no.

dislessia

da alcuni giorni sono dislessica. non riesco ad esprimermi in forma articolata. sento che nella mia testa i pensieri fanno tutto un lungo giro per arrivare alle parole - parole che riflettono solo in parte il giro che hanno fatto i pensieri. il risultato è che all'interlocutore di turno tutto ciò arriva in forma sconnessa e quasi incomprensibile.

certo, se l'interlocutore è: una tua amica che sta rincorrendo i 2 figli piccoli, il capo che sta andando via dall'ufficio alle 5 del pomeriggio, la tua collega che è al telefono con l'agente dell'austria il quale vuol farsi pagare l'albergo dalla ditta...

capirete che a me viene l'ansia da prestazione, ecco.

domenica 2 ottobre 2005

scherzi da prete

forse in questo blog non ne ho parlato molto, ma nell'ultimo anno sono stata sempre più coinvolta nelle attività della mia parrocchia. era iniziato tutto circa due anni fa con l'allestimento del sito web e la redazione del bollettino parrocchiale, ma poi nell'ordine sono nati: il gruppo corale parrocchiale, il gruppo corale giovanile, l'oratorio estivo per i bambini delle elementari (dove ho partecipato al corso di cucina) e lo scorso fine settimana ho partecipato insieme ad un gruppo di ragazzi al convegno diocesano per la pastorale giovanile.
ancora adesso non mi capisco bene - perchè io sono una che non si lascia coinvolgere facilmente, e non sono il tipo dei facili entusiasmi. quando affronto una nuova esperienza di solito sono piena di dubbi, ma allo stesso tempo anche pronta ad aspettare e a lasciare che le cose si sviluppino in tutte le loro potenzialità. di tutte queste iniziative, quando mi hanno chiesto se potevo partecipare, le mie risposte sono state "non so, forse, se ce la faccio, se ho tempo, mi piacerebbe ma..."
poi però alla fin fine ci sono sempre andata e mi è piaciuto esserci.
forse è per questo che, senza dirmi nulla prima, all'ultimo consiglio parrocchiale il parroco ha annunciato che io sarò il nuovo direttore del consiglio stesso. sapeva che se me lo avesse chiesto io non avrei mai accettato, ma me la pagherà prima o poi!

se stasera sono qui

rileggendo i post del mio ultimo anno da donnina bloggante mi sono resa conto di quanto il mio blog si stia allontanando dalla mia vita reale, da quel che sento e penso. mi chiedo perfino se valga la pena di continuare a tenere in piedi un contenitore vuoto che spesso non ho nemmeno la forza di riempire, non perchè non mi manchino le cose da raccontare ma perchè non ho tempo, o meglio ne ho ma mi diverte di più leggere i blog altrui. questo però mi dispiace perchè mi rendo conto che mi sto lentamente disabituando a scrivere - non riesco a mettere più di due o tre pensieri in fila uno dietro l'altro senza perdere di vista il motivo per cui avevo iniziato a scrivere. più o meno come questo post insomma.