domenica 3 luglio 2011

se dici tagliamento

se dici tagliamento non è a un fosso che penso, né a un fiume nel senso comune della parola "fiume". se dici tagliamento penso luce, sassi bianchi, ghiaia sottile, lingue di sabbia che incrociano lingue d'acqua.
anzi l'acqua potrebbe non esserci nemmeno, se piove poco l'acqua si ritira sotto i sassi e resta una sorta di deserto ghiaioso, ma se così fosse non sarebbe meno tagliamento.
cosa vuol dire tagliamento l'ho capito quand'ero ancora piccola, alla prima corrente troppo larga per passare con un salto, quando ti tocca cavarti le scarpe e i calzetti per non bagnarli, arrotolare i pantaloni, mettere i piedi nell'acqua freddissima e camminare sui sassi. se sei fortunato trovi qualcuno di quei bei ciottoli lisci e arrotondati, ideali per fare rimbalzino, ma la gran parte sono sassi spigolosi che fanno un male cane sul tuo piedino tenero. poi arrivi dall'altra parte, sgoccioli via l'acqua e attendi qualche minuto che i piedi si asciughino al sole, rimetti i calzetti e le scarpe, e ti godi la sensazione di avere i piedi di nuovo protetti dalle asperità del terreno. si chiama tagliamento perché taglia, ti intaglia i piedi.

questo post mi è venuto in mente leggendo paolo nori, qui c'è una frase che dice "l’ho davanti agli occhi quel Tagliamento, un fiume più piccolo del Tresinaro; si può chiamare un fosso più che un fiume": non mi pareva giusto vederlo descritto così.